matteo
2020-04-24 23:16:33 UTC
Ciao a tutti,
mi si è scaricata la batteria della macchina e il mio vicino di casa mi
ha prestato un caricatore, di quelli "intelligenti" elettronici;
purtroppo, essendo la tensione andata parecchio sotto (soltanto 4V) il
caricatore elettronico nemmeno la rilevava così sempre lo stesso vicino
mi ha prestato un vecchio caricatore del 1975. Il caricatore me lo ha
dato non funzionante per provare a ripararlo: si erano staccati i
piedini del ponte diodi, in un modo tale da rendere impossibile
risaldarci i cavi sopra. Il ponte diodi non è quello "artigianale" fatto
con quattro diodi, ma un unico semiconduttore con quattro piedini (+,
AC, AC, -). Non mi è venuto in mente nulla per salvarlo (c'è solo una
puntina di ferro che esce dove prima vi erano i piedini e non sono
riuscito a ricreare il contatto) così ne ho recuperato un altro da un
alimentatore ATX per PC non funzionante (era rotta una delle linee, mi
pare quella a 12V, quindi funzionando quella a 5V il ponte diodi
dovrebbe andare). La componente nuova è molto simile alla vecchia: è
leggermente più piccola, ma entrambe sono segnate per "2A".
Il trasformatore faceva uscire i suoi 16V AC e, con il nuovo ponte
diodi, usciva la 13.8DC per ricaricare la batteria. Funzionava ma mi
sono accorto che andava in modo non costante: un po' caricava un po' no;
a questo punto ho rismontato tutto per pulire dall'ossido e dopo andava
benissimo, tanto che è riuscito a riportare la batteria dai suoi miseri
4V a dei più accettabili 8V in un'ora.
Nel secondo rimontaggio però sono stato molto meno attento nel saldare
il ponte diodi e, se prima avevo messo il nastro isolante su tutti i
piedini, stavolta stupidamente non l'ho messo sui centrali, perché mi
sembravano ben distanziati (li ho anche allargati rispetto a come
stavano sul PCB dell'alimentatore). A un certo punto ho sentito un gran
botto ed è andata via la luce. Sono andato a vedere e i due fili
centrali del ponte diodi, quelli dell'alternata che usciva dal
trasformatore, si erano saldati insieme.
Tolto il ponte diodi, mi sono accorto che dai due fili da cui prima
usciva la 16V AC non esce più un bel niente, come se il trasformatore
fosse morto. Pensavo si fossero fuse insieme le spire e che ormai fosse
andato.
Ho sentito un mio amico studente di ingegneria elettrotecnica e (dopo
avermi redarguito per la pericolosità di quello... a me non sembrava
nulla di assurdo) mi ha detto che è impossibile che le spire si fondano
insieme e che in generale i trasformatori non si rompono e che il danno
è per forza a livello circuitale. Mi ha detto che la temperatura di
fusione del rame è 650° e che a maggior ragion essendoci il
differenziale nell'impianto è impossibile che si fonda il trasformatore
in così poco tempo. Inoltre è rimasto molto colpito dall'arco elettrico
che ha fuso i due fili insieme dicendo che archi elettrici si formano
con tensioni altissime, seppure l'alternata sotto questo rispetto è
molto imprevedibile.
Io ho ripensato alla sua frase "livello circuitale" ma poi rivedendo
l'apparecchio mi rendo conto che di fatto non c'è circuito. È di una
semplicità incredibile: cavo di alimentazione => morsetto =>
trasformatore => ponte diodi => uscita STOP niente condensatori,
integrati eccetera (nemmeno interruttori), tutto sospeso dentro lo
chassis con dei fili.
Ora, ha ragione dicendo che è impossibile che un cortocircuito fonda un
trasformatore? Perché se è così vorrei rimettere in funzione il
caricatore anche se non ho idea di cosa possa essersi rotto... forse i
fili stessi o il cavo di alimentazione (che però da fuori non sembra
fuso)? Domani posso verificare tutto col multimetro però prima di
perdere tempo volevo chiedere se effettivamente fosse vero che non può
essersi bruciato il trasformatore, perché mi sembra strano che sia
davvero un componente "eterno".
Grazie!
mi si è scaricata la batteria della macchina e il mio vicino di casa mi
ha prestato un caricatore, di quelli "intelligenti" elettronici;
purtroppo, essendo la tensione andata parecchio sotto (soltanto 4V) il
caricatore elettronico nemmeno la rilevava così sempre lo stesso vicino
mi ha prestato un vecchio caricatore del 1975. Il caricatore me lo ha
dato non funzionante per provare a ripararlo: si erano staccati i
piedini del ponte diodi, in un modo tale da rendere impossibile
risaldarci i cavi sopra. Il ponte diodi non è quello "artigianale" fatto
con quattro diodi, ma un unico semiconduttore con quattro piedini (+,
AC, AC, -). Non mi è venuto in mente nulla per salvarlo (c'è solo una
puntina di ferro che esce dove prima vi erano i piedini e non sono
riuscito a ricreare il contatto) così ne ho recuperato un altro da un
alimentatore ATX per PC non funzionante (era rotta una delle linee, mi
pare quella a 12V, quindi funzionando quella a 5V il ponte diodi
dovrebbe andare). La componente nuova è molto simile alla vecchia: è
leggermente più piccola, ma entrambe sono segnate per "2A".
Il trasformatore faceva uscire i suoi 16V AC e, con il nuovo ponte
diodi, usciva la 13.8DC per ricaricare la batteria. Funzionava ma mi
sono accorto che andava in modo non costante: un po' caricava un po' no;
a questo punto ho rismontato tutto per pulire dall'ossido e dopo andava
benissimo, tanto che è riuscito a riportare la batteria dai suoi miseri
4V a dei più accettabili 8V in un'ora.
Nel secondo rimontaggio però sono stato molto meno attento nel saldare
il ponte diodi e, se prima avevo messo il nastro isolante su tutti i
piedini, stavolta stupidamente non l'ho messo sui centrali, perché mi
sembravano ben distanziati (li ho anche allargati rispetto a come
stavano sul PCB dell'alimentatore). A un certo punto ho sentito un gran
botto ed è andata via la luce. Sono andato a vedere e i due fili
centrali del ponte diodi, quelli dell'alternata che usciva dal
trasformatore, si erano saldati insieme.
Tolto il ponte diodi, mi sono accorto che dai due fili da cui prima
usciva la 16V AC non esce più un bel niente, come se il trasformatore
fosse morto. Pensavo si fossero fuse insieme le spire e che ormai fosse
andato.
Ho sentito un mio amico studente di ingegneria elettrotecnica e (dopo
avermi redarguito per la pericolosità di quello... a me non sembrava
nulla di assurdo) mi ha detto che è impossibile che le spire si fondano
insieme e che in generale i trasformatori non si rompono e che il danno
è per forza a livello circuitale. Mi ha detto che la temperatura di
fusione del rame è 650° e che a maggior ragion essendoci il
differenziale nell'impianto è impossibile che si fonda il trasformatore
in così poco tempo. Inoltre è rimasto molto colpito dall'arco elettrico
che ha fuso i due fili insieme dicendo che archi elettrici si formano
con tensioni altissime, seppure l'alternata sotto questo rispetto è
molto imprevedibile.
Io ho ripensato alla sua frase "livello circuitale" ma poi rivedendo
l'apparecchio mi rendo conto che di fatto non c'è circuito. È di una
semplicità incredibile: cavo di alimentazione => morsetto =>
trasformatore => ponte diodi => uscita STOP niente condensatori,
integrati eccetera (nemmeno interruttori), tutto sospeso dentro lo
chassis con dei fili.
Ora, ha ragione dicendo che è impossibile che un cortocircuito fonda un
trasformatore? Perché se è così vorrei rimettere in funzione il
caricatore anche se non ho idea di cosa possa essersi rotto... forse i
fili stessi o il cavo di alimentazione (che però da fuori non sembra
fuso)? Domani posso verificare tutto col multimetro però prima di
perdere tempo volevo chiedere se effettivamente fosse vero che non può
essersi bruciato il trasformatore, perché mi sembra strano che sia
davvero un componente "eterno".
Grazie!