Post by Albe V°Una famiglia 'media' consuma complessivamente, fra elettricità e gas,
almeno il 15% in più di quanto sarebbe possibile fare con piccole
attenzioni che nulla toglierebbero al comfort.
Saresti così gentile da indicarmi, almeno per sommi capi, come? Se funziona
ti sarò debitore di una pizza :-)
Avevo fatto una lunga disquisizione molti mesi fa, se la ritrovo la
posto.
Intanto provo a ributtare giù alcune idee, dividendo fra elettricità e
gas.
Post by Albe V°Diciamo che per il gas si può ottenere relativamente poco, perchè i veri
risparmi si otterrebbero con interventi sulla casa o sull'impianto,
mentre con semplici regolazioni e abitudini si può puntare ad un -10%,
realisticamente ottenibile con poco sforzo.
Sarebbe già qualcosa.
GAS:
Il primo punto da affrontare è la temperatura media ambientale nelle
24h.
Occorre cioè rivalutare l'importanza della temperatura impostata e DEL
TEMPO per cui i picchi vengono mantenuti.
Consideriamo che il riscaldamento, a prescindere dalle tecnologie
(caldaia, radiatori, coibentazione, ecc...), deve iniettare in ambiente
ESATTAMENTE, non un Joule in più non un Joule in meno, l'energia che
viene dispersa verso l'ambiente esterno. E l'energia che viene dispersa
verso l'esterno è pari alla differenza fra T interna e T esterna,
moltiplicata per le superfici di scambio e per i coefficienti di
trasmittanza termica. L'obiettivo primario, quindi, deve essere quello
di minimizzare la differenza media di temperatura e le superfici di
scambio. Come, visto che non possiamo 'togliere' pareti e non possiamo
abbassare più di tanto la temperatura richiesta?
Lavorando sul tempo e sulle stanze. Se io ho delle stanze che confinano
con l'esterno e che non uso molto, ne abbasso la temperatura, fino
anche a chiudere i radiatori. Tutta la parete che confina con
l'esterno, di questa stanza, disperderà molto meno. Poi sul tempo:
lasciare che la temperatura 'crolli' quando non serve. Ad esempio di
notte, c'è l'abitudine di tenere la T ben più alta di quanto
effettivamente serva. O quando si è al lavoro e la casa è vuota,
lasciamo che crolli. Ovviamente serve, ma direi che l'abbiamo quasi
tutti, un cronotermostato programmabile, che consenta di ritrovare la
casa confortevole al ritorno.
In quest'ottica, è stato estremamente deleterio un modo di pensare
diffusosi con i riscaldamenti a pavimento: quella diceria secondo cui
non lo si deve mai spegnere. In realtà, il riscaldamento a pavimento
lavora a temperature molto basse, quindi impiega molto più tempo a
scaldare, ma non impiega decine di ore. Quindi non è vero che non debba
essere spento. Può essere benissimo spento, deve solo essere
programmata la riaccensione un'oretta prima di quanto si farebbe con i
radiatori.
Ma quanto si risparmia abbassando la temperatura nelle ore in cui non
serve o nelle stanze in cui non serve?
Considera che la maggior parte del tempo in cui il riscaldamento
funziona, la T esterna sta fra 0°C e 5°C. Poi ci sono picchi estremi
con le gelate e periodi meno freddi sui 10°C. Ipotizziamo quindi una
media esterna sui 2°C. Se la T interna è mediamente di 19°C (la media
va fatta pesando la T notte e la T giorno per le ore in cui le si
mantengono), abbiamo una differenza media di 19-2=17. Se la T media
interna è di 18°C (ad esempio aumentando i periodi di T notte), la
differenza media è di 18-2=16.
E' il 6% di risparmio. Facile, semplice, immediato, ci vuole una
settimana ad ottenerlo. Dico una settimana perchè immagino che ognuno
debba trovare i tempi giusti di programmazione, le temperature giorno e
notte adeguate, e soprattutto (fondamentale) la temperatura di mandata
dell'acqua che consenta di far lavorare bene la caldaia e
contestualmente di risalire abbastanza rapidamente da T notte a T
giorno, in modo da poter mantenere la T notte fino all'ultimissimo
secondo utile.
Con questi accorgimenti otteniamo appunto senza particolari difficoltà
un risparmio nell'ordine del 6-7%.
Poi si entra nell'aspetto tecnologico: le caldaie lavorano meglio se
l'acqua di ritorno è più fredda. Perchè significa che ha ceduto il
calore e adesso è nelle condizioni ottimali per scambiare coi fumi.
Questo miglioramento di efficienza è minimo per le caldaie
tradizionali, mentre può essere enorme per le caldaie a condensazione.
Per avere l'acqua di ritorno a bassa temperatura, occorre che questa
parta non troppo calda (T mandata) e che circoli lentamente (velocità
pompe). Quindi si abbassa la velocità delle pompe (c'è un pirolino che
i tecnici mettono sempre a 'medio' e pedalare). Spostandolo a 'lento',
si risparmia una quantità di energia elettrica enorme (ne parlerò
dopo), e si ottiene una temperatura di ritorno più bassa.
Io ho verificato che anche nei periodi di gelo esterno, in casa si sta
bene con mandata a 55°C al massimo (che poi per la parte a pavimento
viene ridotta a poco oltre i 30°C). Questo consente un ritorno a 45°C,
temperatura eccellente per la condensazione. Solo per dare un'idea, il
tecnico 'standard' mi aveva impostato la mandata massima a 70°C e le
pompe veloci. Una follia, radiatori bollenti e acqua che tornava
indietro a 63°C, vanificando la condensazione.
Volendo essere raffinati, se si ha la sonda esterna, si può lavorare di
fino e si migliora ancora.
E abbiamo così raggiunto il nostro target del 10% SENZA spendere un
euro.
Poi possiamo investire: caldaia a condensazione, coibentazione,
serramenti, cappotto, ecc...
Ma, appunto, parlavamo di lavorare su abitudini e regolazioni.
Post by Albe V°Per l'elettricità invece si può puntare senza fatica ad un -20%.
Se si riesce a risparmiare senza rinunce, ben venga!
ELETTRICITA'
Punto primo: localizzare i consumi.
Qui un investimento serve: 10 Euro al Lidl per il misuratore di consumo
e assorbimento.
A questo punto scopriamo dove sono i bersagli grossi. E si scoprirà (lo
so già) che i bersagli grossi sono quelli che sono accesi per più
tempo.
1) pompe del riscaldamento. Come dicevo sopra, mettendo le pompe a
'lento' si ottengono benefici sia elettrici che in termini di gas.
Oltretutto, aggiungendo anche una riprogrammazione che lasci scendere
molto la temperatura, abbiamo le pompe spente per più tempo. Esistono
alcuni rari casi in cui il rallentamento delle pompe può portare a non
riuscire a scaldare gli ultimi ambienti del circuito, ma questo è un
grave errore del progettista, perchè in una casa i tubi del
riscaldamento devono SEMPRE passare prima in zona giorno e poi in zona
notte, in modo che rallentando le pompe si ottenga un gradiente termico
dell'acqua nella stessa direzione del gradiente termico ambientale,
ossia acqua calda negli ambienti caldi e acqua più tiepida negli
ambienti più freddi. Ma salvo questi casi, che, ripeto, sono molto
rari, per il resto nessuno si accorgerà che avete abbassato la velocità
delle pompe. Se ne accorgerà la bolletta.
Una pompa consuma, metto dei numeri indicativi perchè ognuno avrà le
pompe proporzionate al proprio impianto, 30W a lenta, 50W a media e 70W
a veloce. Da media a lenta risparmiamo 20W, con un impianto che vada
per 10 ore al giorno significa 200Wh al giorno di risparmio, se
togliamo anche due ore di funzionamento togliamo altri 60Wh, 260Wh al
giorno, per 7 giorni sono 2kWh a settimana.
2) luci della cucina. Questo è l'unico ambiente dove ritengo che la
sostituzione delle lampade debba avvenire anche se le vecchie sono in
perfetta efficienza. E' troppo il tempo in cui restano accese,
soprattutto in inverno, per tollerare le centinaia di Watt che servono
con lampade alogene o a incandescenza. Quindi mettiamo una bella
circolina, o un tubo fluorescente, o lampade CFL (che adesso esistono
anche in dimensioni che le fanno entrare in qualunque portalampada
E27). Passare da 100W a 20W, per fare una proporzione banale, per una
luce che in inverno resta accesa tranquillamente 20 ore alla settimana,
significa risparmiare 1.6kWh alla settimana, pari a mezzo Euro, su un
singolo punto luce.
3) stand-by. Quante ore resta acceso in stand-by il tv (da notare che
non ho detto 'spento in stand-by', perchè spento significa spento, non
in stand-by)? Arrivo a casa alle 19, mangio, doccia, se va bene sono
davanti al tv per il film delle 21. Alle 23.30 spengo e vado a letto.
Significa almeno 21 ore di stand-by. Contrariamente a quello che si
pensa, gli stand-by consumano una follia. Io ho provato a mettere il
misuratore Lidl a monte di una linea che serve solo la zona tv: tv,
decoder sat, wii, lettore dvd. Con solo gli stand-by, si toccavano 20W.
Per 21 ore per sette giorni, sono 3kWh. Quasi un euro. Solo di
stand-by, energia che non serve a una beneamata fava.
Con le prime 3 cose che mi sono venute in mente, toccando un solo punto
luce, abbiamo risparmiato oltre 6kWh alla settimana. Circa un kWh al
giorno. In inverno si consuma sui 12kWh/giorno, significa che abbiamo
tolto un 7-8% senza sostanzialmente fare niente di significativo.
A seguire, educazione civica: spegnere le luci quando non serve, non
esagerare col tv (che farebbe bene a tutto, non solo alla bolletta),
togliere gli stand-by (basta una ciabatta con interruttore, 3 Euro al
Lidl), luci fluorescenti dove si usano per molte ore, ecc...
E chiediamoci se tutto il 'fashion' di cui ci circondiamo, come le
mille luci accese nel giardino quando non abbiamo ospiti, i faretti
alogeni nei corridoi, ecc..., sia veramente necessario sempre e
comunque...
Post by Albe V°educato ben ben le figlie
Qui avrei da lavorarci anche se temo non farebbe una gran differenza: usando
lampade a fluorescenza, quanto potrà mai incidere qualche lampadina ogni
tanto lasciata accesa inutilmente? Ipotizziamo di lasciare accese a
fanno 11 kWh/anno, ovvero circa l'uno per cento... E il problema è che altri
sprechi non mi sembra di vederne.
Sembra, sembra...
Comunque se hai già le fluorescenti, sull'illuminazione sei già a buon
punto. Restano le altre cose, piano piano...
Alberto