Post by sandroStammi bene!...
Perche' gettare via l'occasione per imparare qualcosa ?
Per cominciare, se si hanno dubbi, perche' non chiedere ?
Mi riferisco a:
"No...anche se l'elettrotecnica è una disciplina tutto
sommato fortunata, in termini di rendimenti ed efficienze,
siamo al fatto che un elemento da 1kW sarà più "piccolo"
di uno da 5kW, e avrà un suo proprio "autoconsumo",
passami il termine terra-terra."
Mi pare indicativo che lei non sa di cosa scrive nel
momento che si inventa questo "autoconsumo". Lei mi
ha dato l'impressione di "ragionare di pancia", cosa
che in elettrotecnica non esiste: ci sono formule
precise, non sensazioni di pancia.
Le do modo di riscattarsi con il seguente esercizio:
Note: tipo del conduttore
resistenza del conduttore
energia apportata (ovvero la potenza)
temperatura iniziale fluido che avvolge la resistenza
capacita' del fluido ad accogliere/trasportare via energia
o se preferisce, ipotesi semplificata: il fluido non e'
in grado di dissipare l'energia da nessuna parte (contenitore
perfettamente isolato)
a quale temperatura si stabilizza la resistenza ?
oppure la temperatura non si stabilizza mai ? (caso semplificato)
PS: due dati sono superflui, quali sono ?
Una imbeccata: sappiamo che un chilo d'acqua si scalda
di un 1°C se apportiamo 4184 J a 20°C (se la pressione
e' tenuta costante, ma se il volume e' tenuto costante,
allora cala a 4157 J a 20°C).
Come vede e' una relazione precisa (variabile secondo
la temperatura, ma ad ogni temperatura corrisponde un
valore esatto) e che lega l'energia apportata alla
temperatura. Ora, una potenza e' una determinata
quantita' di energia apportata ogni secondo (o altra
unita' di tempo da lei preferita). Quindi, non ha
importanza il valore della resistenza bensi' l'energia
trasferita. E se l'aggeggio riceve 250 watt ...
da qualche parte quei 250 J al secondo devono andare,
non importa che sia una resistenza nominale di 1 kW
oppure una da 5 kW o fosse anche da 50 kW.
Ovviamente l'inghippo c'e': la capacita' dell'inverter
di "imporre" una immissione determinata di energia,
il che naturalmente dipende dalla soluzione adottata.
E credo che e' li' che lei e' inciampato.
Riguardo ai due valori specifici dell'acqua quando scaldo
una sostanza, per tenere una pressione costante, devo
lasciarla espandere, cioe' cambia il volume. Se invece
la sostanza e' in un volume delimitato, allora allora,
non potendosi espandere, aumenta la pressione. Nella
realta' avviene una combinazione dei due fenomeni (un
po' aumenta il volume, un po' aumenta la pressione).
Si considera la condizione a pressione costante quando
l'acqua e' a pelo libero, ambiente aperto. Si considera
la condizione a volume costante se l'acqua e' in un
recipiente chiuso. Quindi, se all'acqua e' permesso
di aumentare il volume, la sua capacita' termica e'
maggiore (puo' accogliere piu' energia prima di aumentare
la temperatura). Se invece l'acqua e' in un recipiente
chiuso rigido, si ha un aumento della pressione e questo
ostacola la capacita' di "accogliere" calore ovvero la
temperatura sale piu' in fretta, a parita' di energia.
Questo e' il mondo in cui ci tocca vivere noi ingegneri:
dobbiamo tenere conto di tante cose ...
E non basta, prendiamo il caso a volume costante.
A 20°C, il calore specifico e' di 4157 J, ma
a 25°C e' di 4138 J, a 40°C e' a 4074 J, a 60°C e' a
3977 J, a 80°C a 3873 J, a 100°C a 3768 J ...
Se invece l'acqua puo' aumentare il volume liberamente
(recipiente aperto) allora arriva ad un minimo di
4180 J a 40°C, poi torna a salire fino a 4216 a 100°C.
Quindi, l'acqua in una pentola, nella vita quotidiana,
ove la precisione non e' importante, si po' arrotondare
tra 4,18 e 4,20 kJ/°K ovvero kJ/°C, dove preferiamo un
valore o l'altro, a seconda della escursione tipica
delle temperature utilizzate.