Post by GioLa bimba ha vomitato nel letto qualche giorno fa.
Prima ho sciacquato "il grosso" dalle lenzuola con acqua fredda nella
vasca.
Poi ho messo in lavatrice a 60, ciclo cotone, con detersivo normale.
Dopo il primo lavaggio, una volta asciutte, avevano ancora un odore
sgradevole, cosi' ho ripetuto un ciclo cotone a 60.
Purtroppo il lenzuolo colorato che sta sotto, quello con gli angoli,
ora che e' asciutto puzza ancora.
Cosa posso fare?
Faccio un altro lavaggio preceduto da ammollo?
C'e' qualche prodotto che posso aggiungere al lavaggio?
Ah benedetto bucato dei tempi andati!!! :-))
IL BUCATO: :-))
. Era una faccenda che richiedeva organizzazione e più braccia,
tanto che spesso veniva fatto in società con la famiglia vicina, in
uno scambio reciproco.
Le donne più giovani, più forti, caricato un carretto o una cariola di
biancheria sporca, andavano ai tonfani (dove l'acqua è più fonda) dei
ruscelli. Lì, in ginocchio al bordo dell'acqua davanti ad un grosso
lavatoio di pietra, con sapone bruschino e sugo di gomiti,
"smollavano" lenzuola, federe, asciugamani, mutandoni, pezze,
pannolini e quant'altro.
I panni smollati e insaponati erano riportati a casa e accomodati con
cura nella grande conca che se ne stava alta su toppi di legno. I
panni erano poi coperti da un "ceneraio", ampio telo di fitto tessuto,
dove veniva depositato uno spesso strato di cenere. La cenere del
focolare era stata conservata e vagliata con cura per eliminare i
residui di carbonella. Praticamente era il detersivo di allora.
Si incominciava a versare sulla cenere l'acqua calda, che passandole
attraverso ne riceveva l'umore liscio di fosfati e lo cedeva alla
biancheria sottostante, nettandola. Era questo il "ranno".
Tolto lo zipolo, che chiudeva un apposito foro situato nella parte
bassa della conca, si recuperava il ranno, che rimesso di nuovo a
scaldare veniva poi ripassato dal ceneraio alla biancheria. Questa
operazione era ripetuta più e più volte.
Infine tutto restava quieto a freddare fino al giorno dopo, quando,
spillato il ranno e tolto il ceneraio, le donne riportavano i panni al
fiume per il risciacquo, altra operazione faticosa: maneggiare
lenzuola di ruvida canapa, tessute a mano, zuppe d'acqua.
Tutta la biancheria era di robusta consistenza, perché "Mentre il
grosso s'assottiglia, il fine si finisce". Questa la parca filosofia.
Infine, i panni strizzati a quattro mani erano stesi al sole. Bene nel
sole, efficace collaboratore di bianchezza. Meglio nel vento,
orchestratore veloce di rapida asciugatura
ciaofelix:-)