Discussione:
incollare alluminio
(troppo vecchio per rispondere)
g***@tiscali.it
2006-08-05 11:17:16 UTC
Permalink
Carissimi,
un aiuto da voi esperti!
vorrei unire alcune barrette di alluminio per fare un supporto per
notebook
ho letto i post precedenti, pare che saldare l'alluminio non sia
proprio semplicissimo;
avete qualche consiglio da darmi per l'incollaggio?

ho letto in altro post: velo di colla epossidica, poi carteggiare a
colla fresca, poi altra colla, poi incollare

Qualche altro consiglio? per es. marca/tipo di colla?

E' facile tagliarlo e piegarlo?

GRAZIE!!!!
GenTLe
2006-08-05 12:12:58 UTC
Permalink
Post by g***@tiscali.it
Qualche altro consiglio? per es. marca/tipo di colla?
Non serve fare tutto quel "traffico" di doppi incollaggi. Basta che APPENA
prima di incollare dai una bella passata di carta vetro FINE (tipo una 600)
per levare l'ossido Appena prima perché l'alluminio si ossida in 10 minuti,
all'aria.
Come colla usa questa:
Loading Image...

Ci mette un po' ad asciugare, ma dopo regge 300kg per cm2.
Post by g***@tiscali.it
E' facile tagliarlo e piegarlo?
Tagliarlo si. Piegarlo meno, tende a fare cricche che lo indeboliscono.
--
GenTLe ...di Varese, provincia.
http://digilander.iol.it/thegentle/index.htm

"Mi dai la salsiccia?" (cit. PAola)
g***@tiscali.it
2006-08-05 14:24:26 UTC
Permalink
Post by GenTLe
Non serve fare tutto quel "traffico" di doppi incollaggi. Basta che APPENA
prima di incollare dai una bella passata di carta vetro FINE (tipo una 600)
per levare l'ossido Appena prima perché l'alluminio si ossida in 10 minuti,
all'aria.
[]
Post by GenTLe
Post by g***@tiscali.it
E' facile tagliarlo e piegarlo?
Tagliarlo si. Piegarlo meno, tende a fare cricche che lo indeboliscono.
aiaiai!

grazie per i consigli...
devo piegarlo a 'L' , speriamo bene...
GenTLe
2006-08-05 15:42:26 UTC
Permalink
Post by g***@tiscali.it
devo piegarlo a 'L' , speriamo bene...
Scaldalo allora. Non oltre 600 gradi però, altrimenti lo fondi.
--
GenTLe ...di Varese, provincia.
http://digilander.iol.it/thegentle/index.htm

"Mi dai la salsiccia?" (cit. PAola)
Boiler
2006-08-05 15:45:04 UTC
Permalink
On Sat, 5 Aug 2006 17:42:26 +0200, "GenTLe"
Post by GenTLe
Post by g***@tiscali.it
devo piegarlo a 'L' , speriamo bene...
Scaldalo allora. Non oltre 600 gradi però, altrimenti lo fondi.
Una volta scaldato l'alluminio diventa fragilissimo. Si sbriciola a
guardarlo.

Non è possibile prendere due bacchette e metterci una vite?

Boiler
GenTLe
2006-08-05 15:48:13 UTC
Permalink
Post by Boiler
Una volta scaldato l'alluminio diventa fragilissimo. Si sbriciola a
guardarlo.
Mi pare strano: è la procedura ceh si usa normalmente per raddrizzare le
leve delle moto stortatesi dopo una caduta...
--
GenTLe ...di Varese, provincia.
http://digilander.iol.it/thegentle/index.htm

"Mi dai la salsiccia?" (cit. PAola)
Boiler
2006-08-05 16:38:35 UTC
Permalink
On Sat, 5 Aug 2006 17:48:13 +0200, "GenTLe"
Post by GenTLe
Post by Boiler
Una volta scaldato l'alluminio diventa fragilissimo. Si sbriciola a
guardarlo.
Mi pare strano: è la procedura ceh si usa normalmente per raddrizzare le
leve delle moto stortatesi dopo una caduta...
Non so dirti a che temperatura bisogna arrivare, ma se riscaldato e
lasciato raffreddare, l'alluminio diventa fragile.

Una lastra di 1 cm di spessore e delle dimensioni di un foglio A3
caduta a terra è andata in frantumi come fosse stato vetro.

Magari Paul ci puo' dire qualcosa di piu'?

Boiler
paulhass
2006-08-05 20:49:50 UTC
Permalink
Post by Boiler
Magari Paul ci puo' dire qualcosa di piu'?
Copio ed incollo un mio vecchio post sull' argomento, più per ricordare
che per "alluminio" si deve intendere una cosa specifica, e non
genericamente le leghe leggere.
Comunque non mi risulta un comportamento come quello che hai
descritto, nè sull' alluminio nè in altre leghe leggere.
Riscaldamento (a temperatura appropriata) e successivo raffreddamento
producono un incremento di caratteristiche meccaniche su molti
tipi di leghe leggere (cioè quelle da trattamento termico), mentre
provocano ricottura in quelle da incrudimento (tipico l' alluminio puro).
------------------------------------------------------------------

Molti, anche su questo NG, definiscono genericamente di "alluminio"
manufatti e semilavorati in lega leggera.
Se tale denominazione è accettabile come grossolana distinzione
da altri tipi di metallo (" quel motore di auto ha il basamento
in alluminio anzichè in ghisa...", oppure ("sono migliori i serramenti
in alluminio o quelli in pvc ?"), è però discutibile il generico termine
di alluminio per definire una lega leggera della quale si intenda
farne una specifica applicazione ( "dove posso trovare una lamiera
di alluminio che mi serve per...... ecc ecc").
Penso di fare cosa gradita indicando quali sono i principali tipi
di leghe leggere commercialmente disponibili, le loro caratteristiche
salienti, tipiche applicazioni, comprendendo indicazioni sulla lavorabilità,
e soprattutto loro designazione commerciale e tecnica.
In tal modo sarete in grado di identificare la lega leggera più adatta
alle vostre esigenze, sapere come è tecnicamente identificata, e conoscere
il suo nome commerciale.

PRIMA PARTE.
Ovvero : Come affermare che quasi mai di un metallo più leggero
del ferro e di color argenteo si tratta di alluminio.

Le leghe leggere sono per l' appunto leghe metalliche nelle quali,
oltre ad una preponderanza di alluminio, sono presenti altri metalli
che, a seconda delle percentuali presenti, conferiscono loro
caratteristiche meccaniche adatte ad impieghi molto diversi.
Così, partendo dalla notevole duttilità e resistenza alla corrosione
dell' alluminio quasi puro, (ma accompagnate da scarsissime qualità
meccaniche dello stesso), si arriva alla straordinaria resistenza
meccanica delle leghe alluminio-zinco, che raggiungono e superano
quella di un acciaio da costruzione, pur avendo un peso specifico
quasi tre volte inferiore.
I principali elementi aggiunti in lega all' alluminio possono essere :
- rame
- manganese
- silicio
- magnesio
- zinco
a volte combinati tra loro, ma sempre con uno di questi preponderante.
Classe a sè formano le esoteriche leghe alluminio-litio per impieghi
avanzati di tipo aerospaziale, delle quali peraltro non conosco in dettaglio
le caratteristiche e comunque reputo "classificate" e quindi introvabili
in commercio.
Un' altra classe a sè non oggetto di trattazione sono le leghe superleggere
a base di magnesio-alluminio, nelle quali è il magnesio ad essere
preponderante. A rigore quindi non sono leghe di alluminio.
E' il cosiddetto "Elektron", che ha peso specifico ancor più basso dell'
alluminio, e caratteristiche del tutto particolari (compresa quella del
pericolo di incendiarsi spontaneamente quando lavorato
alle macchine utensili per asportazione di truciolo).
Tralascerò ancora di parlare delle leghe leggere specifiche per fonderia,
perchè ritengo che la loro conoscenza sia marginale per un hobbista,
limitando l' interesse agli specifici materiali dei quali siano disponibili
in commercio i semilavorati (lamiere, barre in piatto o tondo, profilati
ecc.).
Sino a non molto tempo fa, era d' uso una designazione tecnica di queste
leghe in forma di sigla che faceva riferimento alla composizione chimica
(ad esempio P-Al Si 0,4 Mg , corrispondente al cosiddetto "Anticorodal",
cioè la comune lega leggera usata per la serramentistica).
Da un po' di tempo è invalso l' uso di adottare la denominazione
internazionale di derivazione USA, facente riferimento ad un numero
composto da quattro cifre (xxxx) ed adottata oramai dappertutto, anche
dai piccoli rivenditori di semilavorati metallici.
In questa sigla numerica, la chiave di lettura è la prima cifra, che indica
il composto preponderante aggiunto in lega all' alluminio.
Pertanto sarà :
- 2xxx leghe alluminio-rame
- 3xxx " " - manganese
- 4xxx " " - silicio
- 5xxx " " - magnesio
- 6xxx " " - magnesio + silicio
- 7xxx " " - zinco
La seconda cifra del gruppo di quattro, indica (se zero), la lega origine
del gruppo. Leghe modificate se la cifra è da uno a nove.
La terza e quarta cifra del gruppo non hanno un significato particolare,
se non quello di identificare diversi tipi di lega sempre all' interno
del gruppo di appartenenza.
Facciamo un esempio :
La lega leggera per serramentistica che era stata indicata più sopra
come P-Al Si 0,4 Mg (nome commerciale "Anticorodal 63"),
prende la designazione "6060".
Una precisazione.
Se nella sigla di quattro numeri il primo numero è "1", non si tratta di
una classe di lega leggera, ma solamente di alluminio, eventualmente
con impurezze presenti.
In tal caso, le ultime due cifre della sigla indicano la percentuale
di impurezze sopra il titolo di alluminio al 99 %.
Ad esempio, l' alluminio indicato con "1050" significa che è alluminio
puro al 99,50%.


Ma torniamo alle leghe leggere propriamente dette.
Indipendentemente alla suddivisione nelle 6 classi indicate in precedenza,
si può fare una seconda distinzione :
- leghe leggere eminentemente da incrudimento meccanico
- leghe leggere da trattamento termico
La faccenda è molto importante, in quanto il possibile trattamento termico
aumenta notevolmente la resistenza meccanica del materiale, ed a volte
è determinante per il previsto utilizzo.
Sono materiali da incrudimento quelli appartenenti ai gruppi numerici
1xxx, 3xxx e 5xxx.
Da trattamento termico invece quelli dei gruppi 2xxx, 4xxx, 6xxx, 7xxx.
Per completezza d' informazione, vediamo cosa si intende per
"incrudimento" e "trattamento termico" dei materiali.
L' incrudimento è un particolare stato della struttura del metallo, nel
quale si hanno, a causa di lavorazione meccanica, degli scorrimenti
nei piani di cristallizzazione della lega.
Detto in parole più semplici, se prendete a martellate (o laminate, o
piegate) il materiale, provocherete un movimento relativo delle
fibre del materiale stesso che ne modificherà in parte le caratteristiche
fisiche della struttura, rendendolo un po' più resistente ma più fragile.
Nella designazione delle leghe leggere, lo stato (e la percentuale)
di incrudimento sono indicati da un suffisso alfanumerico di tipo "Hxx".
Ad esempio, una lega incrudita totalmente al 100% sarà indicata da
H18, al 75% da H16, al 50% da H14, al 25% da H12.


Il trattamento termico di una lega leggera invece è un procedimento
di tempra (cioè un riscaldamento ad adeguata temperatura (da 490 °C
a 540 °C secondo i tipi) seguito da un veloce raffredamento in acqua
od in aria, e completato da un successivo debole riscaldamento
(invecchiamento artificiale) oppure da una permanenza a temperatura
ambiente di alcuni giorni (invecchiamento naturale).
Tale trattamento, come già detto, aumenta considerevolmente le
proprietà di resistenza meccanica della lega, a scapito della duttilità e
quindi della possibile lavorabilità per deformazione plastica (piegatura,
imbutitura, laminazione, ecc).
Nella designazione della lega, il trattamento termico è indicato da un
suffisso di tipo alfanumerico designato con la lettera "T" e seguito da
uno o due numeri.
Ne indico a titolo di esempio i più comuni :
- T1 : tempra in aria e invecchiamento naturale
- T5 : " " " artificiale
- T4 : tempra in acqua ed invecchiamento naturale
- T6 : " " " artificiale
- T7 : tempra e stabilizzazione


Per chiudere indico perciò a titolo di esempio due corrette designazioni,
una per un alluminio propriamente detto ed una per una lega leggera.
- Alluminio "1030-H50" significa un alluminio puro al 99,30%, fornito
con un parziale incrudimento al 50%.
- Lega leggera "6060-T4" significa una lega Anticorodal temprata
in acqua ed invecchiata naturalmente.
Sarete così in grado di sapere cosa vi serve e di chiedere con proprietà
di termini il giusto prodotto da qualsiasi rivenditore.
A meno che il medesimo non mandi a quel paese voi per primi e me
in secondo luogo! :-)))
Nella prossima parte, quali sono le leghe leggere usualmente
disponibili, le loro proprietà ed i loro nomi commerciali.
Cordialità.


Paul
---------------------------------------------------------------------
GenTLe
2006-08-05 21:41:38 UTC
Permalink
CUT
Bel post, ma a mio avviso manca la parte più importante:
quale usare per cosa? :-)
--
GenTLe ...di Varese, provincia.
http://digilander.iol.it/thegentle/index.htm

"Mi dai la salsiccia?" (cit. PAola)
paulhass
2006-08-06 00:46:09 UTC
Permalink
Post by GenTLe
quale usare per cosa? :-)
Sempre il vecchio post ma parte seconda :
--------------------------------------------------------
Completo con questa seconda ed ultima parte il post relativo
alla conoscenza "hobbistica" delle leghe leggere.
Ovvero : come sapere le proprietà ed il corretto nome della lega
che vi serve per un lavoro e fare un figurone con il
rivenditore di semilavorati metallici (che vi dirà comunque :
"bisogna che ripassi, l' ultima lamiera l' ho venduta proprio
ieri, e non so quando torna il camion del grossista").

Dopo aver imparato nella prima parte quali sono le classi delle leghe
leggere, vediamo ora quali sono, classe per classe, le relative proprietà
e sotto quale nome sono commercializzate.
Ho pensato di elencarle in ordine decrescente di reperibilità, con
l' avvertenza però che spesso la facilità di acquisto è determinata anche
dalla forma dei semilavorati commerciali, indipendentemente dal materiale.
Ad esempio, è più facile trovare lamiere di alluminio piuttosto che
anticorodal, mentre è più facile trovare tubi in anticorodal piuttosto che
in alluminio.

Cominciamo con l' alluminio propriamente detto (classe 1xxx).
Si trova nelle percentuali di purezza 99,0 %, 99,5%, 99,7%, sia ricotto
che parzialmente incrudito, generalmente in lamiere 1 x 2 mt, tubi tondi
e sagomati, profilati estrusi e trafilati e filo in matasse o raddrizzato.
L' alluminio ha una buona resistenza alla corrosione, scarse doti di
resistenza meccanica, buona deformabilità e saldabilità (ovviamente con
procedimenti appositi). E' facilmente ossidabile anodicamente e lucidabile.
Se è ricotto si lavora male all' utensile per asportazione di truciolo.


Leghe leggere della classe 6xxx, cioè leghe al magnesio-silicio.
Chiamate commercialmente "Anticorodal", a volte abbreviato in AC 11
o AC 63 secondo leggere differenze nella composizione.
Hanno un' elevata resistenza alla corrosione, buone caratteristiche
meccaniche (soprattutto allo stato temprato), si saldano facilmente e
si lavorano in genere con facilità. Sono molto adatte per l' ossidazione
anodica (é la classica lega per serramentistica).


Leghe leggere della classe 2xxx, cioè leghe al rame.
E' il cosiddetto "Duralluminio", che ha una elevata resistenza meccanica
(carico di rottura da 35 a circa 50 Kg/mmq allo stato temprato),
una deformabilità a freddo limitata e scarsa resistenza alla corrosione.
Non si anodizza nè si salda facilmente.
Si lavora bene alle macchine utensili.
E' conosciuto commercialmente come "Avional 21" , 22, 24 secondo
i tipi. Se per aumentare la resistenza alla corrosione le lamiere vengono
rivestite all' origine con una placcatura in alluminio puro, prende il nome
di "Chitonal" oppure "Alclad", ma è difficile trovarlo.


Leghe leggere della classe 5xxx, cioè leghe al magnesio.
Queste leghe hanno una elevatissima resistenza alla corrosione (anche
in ambienti particolarmente aggressivi come quelli marini), buone
caratteristiche meccaniche e di ossidazione anodica. La saldabilità
è più che discreta.
Si trovano in commercio sotto il nome di "Peraluman 25", 35, 50
secondo i tipi. E' molto usato per particolari e sovrastrutture di
imbarcazioni.


Leghe leggere della classe 7xxx, cioè leghe allo zinco.
Sono le leghe leggere con le migliori caratteristiche meccaniche,
con carichi di rottura unitari che arrivano ai 68 Kg/mmq allo stato
temprato, (cioè migliori di quelli di un acciaio ordinario da costruzione).
Hanno una limitata deformabilità a freddo e scarsa resistenza alla
corrosione. L' attitudine alla saldabilità è appena sufficiente.
Si lavorano molto bene all' utensile.
Sono conosciute con il nome commerciale di "Ergal", nelle versioni
55 e 65. Se placcate per aumentare la resistenza alla corrosione
prendono il nome di "Ergaplat", ma io non le ho mai viste in commercio.
Sono impiegate per strutture di forza, ma leggere, come nella motociclistica
e nelle costruzioni aeronautiche.


Ci sono altri tipi di leghe leggere, ma talmente di impiego specialistico
che in pratica non sono commercializzate al dettaglio.
Ad esempio, le leghe "termoresistenti" per la fabbricazione dei pistoni
dei motori a scoppio (Duralite ed Extrudal), le leghe ad alta conducibilità
elettrica per i cavi di corrente (Aldrey), e quelle con particolari
attitudini alla lucidatura e reflettività (Raffinal, Reflectal).
Spero di essere stato utile per la conoscenza di questi materiali.
Cordialità.

Paul
-------------------------------------------------------------------------
GenTLe
2006-08-06 12:04:03 UTC
Permalink
CUT
Perfetto :-) Grazie!
--
GenTLe ...di Varese, provincia.
http://digilander.iol.it/thegentle/index.htm

"Mi dai la salsiccia?" (cit. PAola)
g***@tiscali.it
2006-08-07 20:25:37 UTC
Permalink
Grazie a tutti per i consigli !
ho letto i vs post, effettivamente mi sembra di aver scoperchiato il
vaso di Pandora...
domani compro un'asta (si dirà così?) di alluminio da Brico e
cercherò di tagliarla, piegarla, incollarla, se non funzina,
rivettarla.... tra l'altro a questo punto non so se sia veramente
alluminio (anche se brico dice così)...

Devo solo tener sollevato dal tavolo il notebook, che sta per
fondere....
maccumba
2006-08-06 08:06:37 UTC
Permalink
Post by Boiler
Una volta scaldato l'alluminio diventa fragilissimo. Si sbriciola a
guardarlo.
Non è possibile prendere due bacchette e metterci una vite?
Ho appena fatto un telaietto da mettere sopra una culla e ho curvato
piano piano una stecca larga 25 mm e spessa 2 mm tanto per provare,
visto che se anche si rompeva potevo mettere delle squadrette agli
angoli , piegatura fatta a freddo con molta calma e appoggiandosi su di
uno scalpello rotondo per avere una curva meno pronunciata .
E' andato tutto bene per i 4 angoli , solo che piegando, il rumorino di
sottofondo (crik crok) e le crepette che si formavano erano un po'
preoccupanti! :)
Comunque per l'impiego parasole tiene più che bene.
(4 euro per una stecca da 2 metri).
Bernardo Rossi
2006-08-05 19:17:01 UTC
Permalink
Post by g***@tiscali.it
vorrei unire alcune barrette di alluminio per fare un supporto per
notebook
Farci un buco ed unirli con un rivetto potrebbe essere una soluzione?
--
Byebye from Verona, Italy

Bernardo Rossi ***@tin.it
pieffe
2006-08-05 20:14:52 UTC
Permalink
Post by g***@tiscali.it
vorrei unire alcune barrette di alluminio per fare un supporto per
notebook
ho letto i post precedenti, pare che saldare l'alluminio non sia
proprio semplicissimo;
avete qualche consiglio da darmi per l'incollaggio?
Resina epossidica, scegliendo preferibilmente il tipo standard con
indurimento a 24 ore, invece dei tipi rapidi 5-15 minuti che risultano
meno resistenti.
Se vuoi ottenere il massimo della resistenza metti i pezzi appena
incollati e ovviamente con le giunzioni strette da morsetti, in un
fornetto ad una temperatura di 70-80 gradi, ma attenzione a non superare i
100. La resina epossidica diventa molto più forte e l'indurimento avviene
in tempi assai inferiori(di solito bastano un paio d'ore).
Post by g***@tiscali.it
ho letto in altro post: velo di colla epossidica, poi carteggiare a
colla fresca, poi altra colla, poi incollare
Il velo di ossido è perfettamente aderente al metallo e non disturba,
l'incollaggio, anzi direi che lo facilita; piuttosto sgrassa bene i pezzi
con un solvente non oleoso, tipo diluente nitro o acetone.
Post by g***@tiscali.it
Qualche altro consiglio? per es. marca/tipo di colla?
E' facile tagliarlo e piegarlo?
Facilissimo, dato che è un metallo tenero. Per la piegatura dipende dal
tipo di lega, ma solitamente i tondini e profilati comunemente reperibili
si piegano bene, basta che il raggio interno di curvatura sia almeno pari
allo spessore. Se l'alluminio è anodizzato la piegatura produce fratture.

Ciao, Paolo
--
questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad ***@newsland.it
Boiler
2006-08-05 20:23:56 UTC
Permalink
Post by pieffe
Se vuoi ottenere il massimo della resistenza metti i pezzi appena
incollati e ovviamente con le giunzioni strette da morsetti, in un
fornetto ad una temperatura di 70-80 gradi, ma attenzione a non superare i
100. La resina epossidica diventa molto più forte e l'indurimento avviene
in tempi assai inferiori(di solito bastano un paio d'ore).
Così l'incollatura non terrà nulla.

Mai morsettare o pressare i pezzi incollati con l'epossidica.

Boiler
Antonio
2006-08-05 21:46:17 UTC
Permalink
Post by Boiler
Mai morsettare o pressare i pezzi incollati con l'epossidica.
Why not?

Antonio

--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
nixs
2006-08-05 21:57:28 UTC
Permalink
Post by Antonio
Post by Boiler
Mai morsettare o pressare i pezzi incollati con l'epossidica.
Why not?
altrimenti... non resta più epossidica :-))
la resina epossidica non è un adesivo a contatto, deve fare da tramite tra
le due superfici, per cui più ce n'è meglio è (con l'attak è l'opposto,
invece)
--
ciao!

...nixs.................................................................
Lat.: 41° 7' 50" N Long.: 14° 38' 41" E
***@.lucchetto.lagirandola.it
togli la .SERRATURA. per scrivermi
........................................................................
L'uomo non smette di giocare perché invecchia,
ma invecchia perché smette di giocare.
(George Bernard Shaw)
Antonio
2006-08-05 22:06:31 UTC
Permalink
Post by nixs
Post by Antonio
Post by Boiler
Mai morsettare o pressare i pezzi incollati con l'epossidica.
Why not?
altrimenti... non resta più epossidica :-))
la resina epossidica non è un adesivo a contatto, deve fare da tramite tra
le due superfici, per cui più ce n'è meglio è (con l'attak è l'opposto,
invece)
Improvvisamente mi si spiegano molte cose! ;-P
Grazie,
Antonio

--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Boiler
2006-08-05 22:01:35 UTC
Permalink
Post by Antonio
Post by Boiler
Mai morsettare o pressare i pezzi incollati con l'epossidica.
Why not?
Perche' altrimenti non ottieni una giunzione salda.

Quando l'incollatura deve soddisfare dei ben precisi requisiti, il
produttore arriva a dare lo spessore che deve avere la colla in
centesimi di mm tra le due parti da unire.

Boiler
Antonio
2006-08-05 22:08:24 UTC
Permalink
Post by Boiler
Post by Antonio
Post by Boiler
Mai morsettare o pressare i pezzi incollati con l'epossidica.
Why not?
Perche' altrimenti non ottieni una giunzione salda.
Quando l'incollatura deve soddisfare dei ben precisi requisiti, il
produttore arriva a dare lo spessore che deve avere la colla in
centesimi di mm tra le due parti da unire.
Quando compri la colla bi-componente al brico-center non trovi questo dato
sulla confezione e non credo che ci sia neppure nella versione industriale
che abbiamo al lavoro...
Comunque, come dicevo a nixs, ora capisco alcuni insuccessi ;-P

Grazie
Antonio

--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Boiler
2006-08-05 22:18:44 UTC
Permalink
Post by Antonio
Quando compri la colla bi-componente al brico-center non trovi questo dato
sulla confezione e non credo che ci sia neppure nella versione industriale
che abbiamo al lavoro...
Qui si parla di applicazioni estreme.
Post by Antonio
Comunque, come dicevo a nixs, ora capisco alcuni insuccessi ;-P
Attenzione anche alla preparazione delle superfici.
Vanno irruvidite e sgrassate a fondo.

Boiler
nixs
2006-08-06 08:12:32 UTC
Permalink
Post by Antonio
Quando compri la colla bi-componente al brico-center non trovi questo dato
sulla confezione e non credo che ci sia neppure nella versione industriale
che abbiamo al lavoro...
beh... l'epoxy del brico è fatta proprio per chi... non ne sa niente ;-)))

guarda la resina "seria", quanti dati:
http://www.spraystore.it/Costruzione/Resina/148e147.html
--
ciao!

...nixs.................................................................
Lat.: 41° 7' 50" N Long.: 14° 38' 41" E
***@.lucchetto.lagirandola.it
togli la .SERRATURA. per scrivermi
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L'uomo non smette di giocare perché invecchia,
ma invecchia perché smette di giocare.
(George Bernard Shaw)
Antoni
2006-08-06 09:21:21 UTC
Permalink
Post by nixs
beh... l'epoxy del brico è fatta proprio per chi... non ne sa niente ;-)))
ROTFL!
Post by nixs
http://www.spraystore.it/Costruzione/Resina/148e147.html
Beh, non c'è paragone, ma comunque non mi sembra di aver trovato
l'indicazione di spessore minimo, ho visto solo lo spessore max.

Antonio

--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
nixs
2006-08-07 07:39:14 UTC
Permalink
Post by Antoni
Beh, non c'è paragone, ma comunque non mi sembra di aver trovato
l'indicazione di spessore minimo, ho visto solo lo spessore max.
beh... direi che comunque sarebbe difficile andare a controllare
uno spessore di qualche decimo di mm.
Comunque il consiglio di non serrare (io aggiungerei "troppo") le parti
vale per materiali perfettamente combacianti e duri, come metalli, ceramiche
ecc. ma nel caso del legno... io non ho mai avuto problemi, le superfici
sono talmente scabrose, porose che la resina ci sarà sempre.
--
ciao!

...nixs.................................................................
Lat.: 41° 7' 50" N Long.: 14° 38' 41" E
***@.lucchetto.lagirandola.it
togli la .SERRATURA. per scrivermi
........................................................................
L'uomo non smette di giocare perché invecchia,
ma invecchia perché smette di giocare.
(George Bernard Shaw)
Boiler
2006-08-07 14:54:09 UTC
Permalink
On Mon, 7 Aug 2006 09:39:14 +0200, "nixs"
Post by nixs
Post by Antoni
Beh, non c'è paragone, ma comunque non mi sembra di aver trovato
l'indicazione di spessore minimo, ho visto solo lo spessore max.
beh... direi che comunque sarebbe difficile andare a controllare
uno spessore di qualche decimo di mm.
Industrialmente, quando la tenuta è calcolata a priori, per avere uno
strato di colla preciso, si frappongono tra i pezzi da incollare dei
fili metallici del diametro voluto, poi i pezzi vengono "pressati" (la
forza che si fa è davvero poca, giusto per essere sicuri che lo
spessore sia quello del filo).

Oltre a questo vengono controllati molti altri parametri. Per la
preparazione della superficie ci sono prescrizioni ben precise.
La colla viene fatta indurire in forno a temperature predefinite.

Boiler
nixs
2006-08-07 20:13:54 UTC
Permalink
Post by Boiler
Industrialmente, quando la tenuta è calcolata a priori, per avere uno
strato di colla preciso, si frappongono tra i pezzi da incollare dei
fili metallici del diametro voluto,
...ma noi non siamo industriali, vero? ;-)
--
ciao!

...nixs.................................................................
Lat.: 41° 7' 50" N Long.: 14° 38' 41" E
***@.lucchetto.lagirandola.it
togli la .SERRATURA. per scrivermi
........................................................................
L'uomo non smette di giocare perché invecchia,
ma invecchia perché smette di giocare.
(George Bernard Shaw)
Boiler
2006-08-08 06:26:27 UTC
Permalink
On Mon, 7 Aug 2006 22:13:54 +0200, "nixs"
Post by nixs
Post by Boiler
Industrialmente, quando la tenuta è calcolata a priori, per avere uno
strato di colla preciso, si frappongono tra i pezzi da incollare dei
fili metallici del diametro voluto,
...ma noi non siamo industriali, vero? ;-)
Non credo ;-)
nixs
2006-08-08 09:24:49 UTC
Permalink
Post by Boiler
Post by nixs
...ma noi non siamo industriali, vero? ;-)
Non credo ;-)
direi... "PURTROPPO... no" ;-)))
--
ciao!

...nixs.................................................................
Lat.: 41° 7' 50" N Long.: 14° 38' 41" E
***@.lucchetto.lagirandola.it
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........................................................................
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(George Bernard Shaw)
nixs
2006-08-05 20:46:22 UTC
Permalink
Post by pieffe
Resina epossidica, scegliendo preferibilmente il tipo standard con
indurimento a 24 ore, invece dei tipi rapidi 5-15 minuti che risultano
meno resistenti.
...è dura anche con l'epossidica, a meno che non si tratti di un
semplice soprammobile.
Post by pieffe
Post by g***@tiscali.it
ho letto in altro post: velo di colla epossidica, poi carteggiare a
colla fresca, poi altra colla, poi incollare
beh... vorrei vedere la faccia di chi carteggia la resina fresca!!
--
ciao!

...nixs.................................................................
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