ah! non sapevo si comprasse pronto...ma il grassello � o no calce spenta
diluita in acqua?
scusa se rompo...mi serve per affrescare...:-))
trovo scritto calce e grassello di calce indifferentemente nelle
descrizioni del procedimento,e volevo essere sicura che fossero la stessa
cosa.. e poi....in che senso devo farla maturare??(io /me donna che mai ha
avuto a che fare con queste cose,quindi io/me fare domande
stupide/ovvie,scusami) magnus
Mi costringi a riprende in mano i libri di scuola (mentre Felix legge
divertito :-).
Tutto nasce dalla pietra di calce (calcare compatto non cristallino).
Si cuoce a 900 gradi C, ventilando con aria fresca (serve a portare via la
CO2 sviluppata durante il riscaldamento).
Il prodotto si chiama "calce viva" (cosidetta perche' "morde" :-), formula
chimica CaO.
La "calce viva" si estrae dal forno in pezzi e si dice anche "calce in
zolle".
Se io bagno le zolle con un po' d'acqua, le zolle si gonfiano e si
screpolano, sviluppando molto calore e diventano polvere. Questa polvere si
chiama "calce spenta" formula chimica Ca(OH)2 e il cui nome corretto
sarebbe idrossido di calcio.
Se aggiungo giusto ancora di piu' acqua ottengo il grassello che e' una
pasta morbida ed adesiva.
Se faccio asciugare questa "pasta cremosa" e misuro il volume quando la
pasta essiccata presenta un inizio di fessurazioni superficiali, scopro che
esso oscilla da un minimo di 1,5 litri fino a 3 litri, per ogni chilo di
calce viva usata, a seconda della qualita' della calce viva.
Se da 1 kg di calce viva ottengo (aggiungendo acqua fino al punto di passare
prima dalla polvere e poi dallo stato cremoso) un grassello che poi
essiccato ha un volume inferiore a 2,5 litri (ma non meno di 1,5 litri) si
dice che la mia calce e' "calce magra". Se supera i 2,5 litri, allora la
mia calce e' "calce grassa".
Al tatto la "calce grassa" e' morbida, quasi untuosa.
La "calce magra" e' granulosa, poco consistente e ruvida.
La calce spenta si puo' conservare a lungo proteggendola con uno strato di
acqua o meglio ancora di sabbia con sopra acqua che isola la calce dalla
CO2 contenuta nell'aria.
E' ovvio che questa calce spenta "sotto acqua" non e' altro che grassello.
Il grassello cosi' conservato, non solo non si altera, ma anzi migliora con
il tempo perche' evita la presenza di calcinaroli, cioe' di granuli non
ancora idratati, che si estinguerebbero una volta messi in opera, con
aumento di volume e crepatura delle pareti.
Quindi e' meglio se il grassello per intonaci viene preparato da 2 a 4 mesi
prima dell'uso e quello per murature almeno 3 settimane. Questa e' la
"maturazione".
Se allungo ancora di piu' il grassello ottengo il "latte di calce" che ha
un'aspetto che ricorda il latte. Anche il "latte di calce" andrebbe
preparato alcuni mesi prima dell'uso. Lasciato a riposare, il "latte di
calce" deposita al fondo la calce sospesa ed il liquido trasparente si dice
"acqua di calce" (1 parte di calce su 778 di acqua).
Quella che tu chiami "calce spenta" e' in realta' "calce idrata in polvere",
in cui cioe' si e' aggiunta l'acqua giusto necessaria per polverizzare le
zolle, ma non abbastanza da trasformarle in grassello.
La "calce idrata in polvere" e' venduta in due qualita':
- il "fiore di calce" che si impiega nelle cartiere, nelle concerie, etc.
per la fabbricazione di ipoclorito di calcio, delle colle a base di
caseina, della "poltiglia Bordolese"
- la "calce idrata da costruzione" che si usa in malte per intonaci,
murature, in miscela con il gesso per stucchi per soffitti, etc.
Il "fiore di calce" contiene piu' del 91% di idrati di calcio e magnesio
La "calce idrata da costruzione" o piu' brevemente "calce idrata" o "calce
idrata in polvere" contiene almeno l'82% di idrati di calcio e magnesio.
Il grassello si mescola con la sabbia per fare la "malta fina". La sabbia
serve per diverse ragioni tecniche, tra cui:
- suddividere la massa per aumentare la penetrazione del CO2 contenuto
nell'aria, i singoli granuli formando i nuclei di cristalizzazione del
carbonato di calcio
- per impartire una certa resistenza meccanica iniziale e finale
Cosa manca ancora ...hmmm... la "calce idraulica" !
E gia', perche' se andate in negozio poi vi trovate davanti ai sacchi con
scritto "calce idraulica". Bhe', dite, sempre calce e' ! :-)
Sbagliato :-) Tutto il discorso sopra fatto si riferisce a quelle che si
definiscono "calce aeree" (cosidette perche' induriscono all'aria).
Per fare le "calci idrauliche" si usano calcari argillosi, cioe' pietre
calcari che contengono fino al 20-22% di argilla. E che e' l'argilla ? :-)
Le argille sono composti di silicati ed alluminati, cioe' SiO2 e Al2O3,
legati in vario modo con molecole di acqua. I vari modi di legarsi di
queste molecole differenzia i vari tipi di argille (caolinite,
montmorillonite, beidellite, bentonite, etc.) e ... mi fermo qui.
Aggiungo solo che, a causa della presenza dei silicati, alluminati,
alluminoferriti e silicoalluminati di calcio reagiscono con l'acqua
dell'impasto per cementificare (indurirsi) per poi proseguire con la
silicatizzazione, in cui silice ed allumina reagiscono con la calce libera
formando silicati ed alluminati di calcio che reagisce con ulteriore acqua
per cementificare anch'essa, con un forte indurimento nel tempo.
Insomma, la "calce idraulica" va conservata in un luogo asciutto, meglio se
secco, come il cemento, altrimenti dopo alcuni mesi potete buttarla via (il
sacco diventa il classico blocco di pietra :-)
Serve altro ? :)
Pekilan